Si chiama “Terra Foresta” il Centro Visitatori di Paneveggio e non potrebbe essere diversamente. Siamo, infatti, all’interno della maestosa foresta demaniale, un vasto lembo di bosco che si estende per circa 2700 ettari a ventaglio sull’alto bacino del torrente Travignolo, tra la catena del Lagorai, le Pale di San Martino e le Cime di Bocche, ad una quota compresa tra i 1400 e 2150 metri.
A Paneveggio anticamente vi era un ospizio che serviva ai viandanti che affrontavano il Passo Rolle e il Passo Valles. Era affiancato da una chiesetta costruita nel 1733 e da alcune segherie e depositi di legname.
Il Centro Visitatori del Parco occupa gli ambienti ristrutturati di una ex segheria alla veneziana. Racconta la natura che sta fuori: gli allestimenti parlano, in particolare, dei segreti del suolo e del sottosuolo della grande foresta.
Il visitatore ha modo di scoprire così la ricchezza e la biodiversità che si nascondono in quello spazio che
normalmente non si osserva ma si calpesta: l’humus e i primi strati del suolo.
Nelle vicinanze del Centro Visitatori, ci si può incamminare lungo il “Sentiero natura Marciò”. L’itinerario, senza barriere, si sviluppa all’interno della “Foresta dei violini”, perché - come è noto - da queste piante si estrae ancora il legno di risonanza usato dai liutai di ogni tempo.
Gli abeti rossi costituiscono quasi il 90% degli alberi della foresta; alcuni, secolari, possono raggiungere i 40 metri di altezza.
Lungo il percorso sono collocati dei pannelli informativi e altre strutture che permettono di conoscere meglio l’ambiente della foresta ed i suoi “abitanti”.
Nell’ultima parte del percorso si attraversa nuovamente, su uno spettacolare ponte sospeso, il Travignolo, che scorre in una stretta gola formando rapide e cascate.
Ad un centinaio di metri dal Sentiero Marciò si trova l’area faunistica del cervo, che ospita, in condizioni seminaturali, alcuni esemplari di questo magnifico ungulato.