L’esposizione, che inaugura il programma triennale della nuova direttrice Elsa Barbieri, propone una riflessione sulla natura attraverso 35 opere tessili, di cui la maggior parte realizzate per l’occasione, e una performance inedita.
Opening:
sabato 23 novembre ore 17.30
Performance e presentazione del catalogo:
sabato 7 dicembre ore 17.30
Orari:
01/06 - 30/09: martedì - domenica 15:30 - 19:30
01/10 - 31/12: martedì - domenica 15.00 - 19.00
01/01 - 31/05: giovedì - domenica 16.00 - 19.00
Ingresso Euro 5,00
Gratuito per i minori di anni 16 e i possessori di Fiemme Guest Card
Ridotto per studenti e over 65
Dal 23 novembre 2024 al 9 marzo 2025 il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese presenta GOLD - While all Flow'rs and all Trees do close To weave the Garlands of repose, mostra personale dell’artista Thomas De Falco (1982) che apre il programma espositivo triennale ideato dalla neodirettrice Elsa Barbieri, alla guida dell’istituzione dallo scorso mese di giugno.
Appositamente realizzata per il museo di Cavalese, la rassegna nasce in intima connessione con la natura e il territorio circostante, e muove verso un elogio della donna nel mondo attuale. Per l’occasione Thomas De Falco presenta una serie di circa 35 opere tessili, tra sculture e arazzi, di cui la maggior parte inedite, accanto a una nuova performance che propone un parallelismo tra maternità e natura, a cura di Clara Tosi Pamphili.
“Il lavoro di Thomas De Falco nasce come se fosse un cordone ombelicale, come un organo che cresce, come arterie e vene che diramano” spiega Elsa Barbieri, direttrice del Museo. “Comprendere una simile immagine è possibile riconoscendo nella sua scultura tessile una natura morta che parla attraverso la sua performance - intesa come rito che alimenta un messaggio. Non è un gioco di parole, è anzi la più generosa chiave di lettura che l’artista ci offre: «la performance non esiste senza scultura tessile, la scultura tessile non esiste senza il corpo del performer»”.
Di fronte all’aumentare, costante, di divisioni, fisiche e non, e all’interno di un presente fatto di tensioni politiche, sociali ed economiche, Thomas De Falco guarda alla natura con una nuova speranza che risponde al bisogno di relazione, esplicitata nell’estetica che lo contraddistingue. Il suo rapporto con la natura è stretto, quasi simbiotico: «La natura è il centro della mia ricerca. Il mio lavoro nasce dalle radici, dagli alberi, dalle foglie. Collegandola alla natura la scultura tessile prende vita» afferma l’artista.
Ma che cosa è la Natura? È radicata l’idea che sia una realtà molto concreta e al tempo stesso inafferrabile, che vogliamo dominare, trovandoci però spesso, se non sempre, nella condizione di confrontarci con la sua sublime forza, riconoscendo che in natura non esistono sopra o sotto, e non ci sono gerarchie, ma ci sono solo relazioni intrecciate dentro altre relazioni, che De Falco tramuta nelle forme scultoree della materia tessile che abilmente intreccia con la tecnica manuale del wrapping. Spesso, come è evidente nella selezione di opere allestita per l’occasione, egli agisce sulla dinamica di maturazione della natura congelando e inglobando rami, foglie, fieno, paglia (che raccoglie sul territorio in cui lavora), canapa, lana e preziosi filamenti naturali - come seta e lino - nei suoi arazzi e nelle sue sculture tessili.
GOLD, accompagnata dal verso della poesia The Garden di Andrew Marvell (While all Flow'rs and all Trees do close To weave the Garlands of repose - Mentre tutti i flussi e tutti gli alberi si chiudono per intrecciare le ghirlande del riposo) intende restituire attraverso la selezione di opere quel che di magico appartiene alla capacità di cucitura dell'artista, come una sorta di ballata ancestrale tramandata negli anni che si offre secondo natura, ovvero che tiene conto anche della natura umana, che c’è, esiste e determina il nostro approccio al mondo sensibile.
Completa la mostra una stanza della ricerca con le opere di alcuni artist* - fra cui Zehra Doğan, Andrea Mauti, Carol Rama, Dionysis Saraji, Greta Schödl, Urara Tsuchiya - che Barbieri e De Falco hanno scelto come forma d’incontro - che è figura del vivere sociale - e come luogo del raccoglimento dove ogni passo, o ogni respiro, è conoscenza e immaginazione, interrogazione di sé e relazione interiore con il corpo femminile e con la natura.
La rassegna è accompagnata da un catalogo realizzato da Esperia (Lavis, TN) che include i testi critici di Elsa Barbieri, direttrice del Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese e curatrice della mostra, e Clara Tosi Pamphili, storica delle arti applicate.
GOLD - While all Flow'rs and all Trees do close To weave the Garlands of repose è il progetto espositivo che segna l’avvio del nuovo percorso di ricerca intrapreso dalla neodirettrice Elsa Barbieri che nei prossimi tre anni attiverà collaborazioni con artisti di primo piano del panorama italiano e internazionale valorizzando il connubio fra arte e territorio.
Thomas De Falco (1982) vive a Parigi, lavora tra l’Europa e l’America e si esprime attraverso la creazione di arazzi, ispirati all'antica arte della tessitura con telaio verticale. C'è qualcosa di magico nella capacità di cucitura dell'artista, una sorta di ballata ancestrale tramandata negli anni; proprio nei materiali, come la lana, il cotone, il lino, la seta, la canapa o il ferro, viene trasmessa una sensazione di purezza al tatto e alla vista. Le sculture di De Falco si ispirano in particolare alla natura e ai sentimenti e alle emozioni umane. È quindi la performance il mezzo attraverso il quale l'artista dà vita alla propria scultura, collegando l'involucro ai corpi dei performer che si fanno interpreti del suo messaggio artistico.
Thomas De Falco ha esposto in importanti istituzioni tra cui Palazzo Buonaccorsi, MAXXI, Museo Marino Marini, PAC Milano, Triennale Milano, Museo Dell’Ara Pacis. Il suo lavoro è presente in importanti collezioni pubbliche e private. Nel suo curriculum conta già importanti riconoscimenti, il primo premio all’Award Young Artist, ricevuto a Tokyo nel 2005, e la Medaglia del Castello Sforzesco, assegnatagli a Milano nel 2010.
Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese
Il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese nasce nel 2001 all’interno dello storico Palazzo Rizzoli, antico complesso signorile situato nel centro storico di Cavalese, in Val di Fiemme, che nel corso degli anni ha vissuto significative trasformazioni, sia nell’aspetto che nella funzione, vantando oggi diverse unità che si differenziano per epoca di costruzione, stile ed elementi architettonici. Il primo nucleo della collezione d’arte moderna e contemporanea del Museo si forma a partire da una preziosa selezione di opere di Bruno Munari e di numerosi artisti storicizzati appartenuta al Dottor Giancarlo Baccoli, medico di origine bresciana residente nel comune fiemmese, che negli anni coltivò relazioni con artisti, collezionisti e critici protagonisti dell'arte italiana della seconda metà del Novecento. Negli anni il Museo ha organizzato mostre temporanee collettive e personali e momenti culturali pensati per promuovere il legame con il territorio alpino, in stretta connessione con le tradizioni locali e insieme con uno sguardo verso i nuovi linguaggi della scena artistica.
Oggi il Museo d’Arte Contemporanea è un luogo dove la percezione dell'identità alpina nelle sue peculiarità e valori viene rafforzata attraverso il confronto con prospettive di ricerca e di fruizione sempre nuove, ma complementari, da cui trarre una maggiore consapevolezza culturale e sociale.